Yayoi Kusama

naviga tra le immagini e le parole delle artiste

Yayoi Kusama fotografata nel suo studio da Shwan Mortensen, 2009

“Le allucinazioni come punto di partenza della coscienza di sé, del mondo naturale, del consumo, degli esseri umani, del sangue, dei fiori si imprimevano a fuoco, con violenza, sulle pareti della mia vista, del mio udito, del mio cuore, come avvenimenti carichi di mistero, di terrore e di trascendenza che mi catturavano interamente e non mi lasciavano più libera.

Spesso queste strane, indefinibili cose che apparivano e scomparivano nel paese dietro l’anima, mi perseguitavano in una maniera ossessiva, con una ostinazione che assomigliava a quella della vendetta, e per lunghi anni mi gettarono in uno stato di semi follia. Il solo modo di salvarmi, mentre mi interrogavo su cosa potessero essere, era di rappresentarle visivamente”

Yayoi Kusama

Matsumoto, Giappone, 1929